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Visualizzazione dei post da maggio, 2011

Latiano, la donna spazzina libera la donna spazzatura

Da qualche mese per le vie di Latiano si vedono due ragazze, versione veline una bionda ed una bruna, che, afferrate ad un grosso camion della nettezza urbana, si occupano della raccolta dei rifiuti. L’immagine, oltre ad essermi familiare, m’è parsa il segno di un cambiamento o meglio di un processo che davvero sta aprendo la strada alla reale emancipazione femminile anche nel mio “lento” paese. Un tempo e in parte ancora oggi, i lavori umili destinati alle donne si svolgevano in luoghi lontani come le campagne o in luoghi strettamente privati (domestica). Mai una donna fabbro, mai una donna calzolaio,

Chiusura di Piazza Umberto: quattro gocce che sembrano un mare

Dopo un anno dall’insediamento della giunta comunale guidata dal dott. Antonio de Giorgi, è nato il primo provvedimento che guarda verso la vivibilità di Latiano. L’ordinanza n. 79 del 19/04/2011 ordina infatti la chiusura al traffico dalle ore 09,30 alle 13,30 nei giorni di domenica di piazza Umberto I. Trattasi quindi dell’istituzione di un’area pedonale, nei giorni festivi, poco estesa per un tempo di sole quattro ore. L’evento è stato salutato dalla cittadinanza con grande soddisfazione considerando che, da diversi anni, la piazza nelle mattinate dei giorni festivi è diventata il principale luogo di incontro dei latianesi. È un provvedimento che giunge assai tardivamente considerando che da almeno cinque anni

Latiano: la trasparenza che va e non va

Il   Ministero della Pubblica Amministrazione e Innovazione ha imposto a tutte le pubbliche amministrazioni di informare i cittadini, attraverso siti telematici istituzionali, sulle decisioni, spese e costi della amministrazione pubblica. Anche a Latiano è stato istituito l’Albo Pretorio On-line (consultabile su   http://www.comune.latiano.br.it/centro.htm ), ma ai cittadini non tutto è dato sapere specialmente quando si parla di impegno di spesa. Infatti gli atti di

L'italia che Confindustria non può vedere

Nell’assise di Confindustria, tenutasi a Bergamo sabato 7 maggio, l’associazione degli industriali ha lamentato, per bocca di della presidente Emma Marcegaglia «che l’imprenditore si sente solo. Sono anni che chiediamo le stesse riforme, privatizzazioni, liberalizzazioni, infrastrutture, ricerca e fisco. E non avvengono: questo spiega la rabbia di tanti imprenditori, il distacco dalla politica». Ma di quale distacco parla la Marcegaglia? Forse la presidente di Confindustria non sa che il Presidente del Consiglio è un imprenditore e che la categoria che lei rappresenta ha una componente importante in Parlamento (terza dopo avvocati e giornalisti). Chi governa, secondo la Marcegaglia, deve affrettarsi a fare le riforme che gli imprenditori chiedono da tempo: più liberalizzazioni, privatizzazioni, fisco più semplice. Riforme che continuano a non arrivare nonostante un imprenditore (scusate se mi ripeto) diriga da tre anni il Governo italiano. Oltre questi richiami sul rapporto con la po

bin Laden, cronaca di una morte annunciata

“Oggi il mondo è un luogo più sicuro è un posto migliore” è stata la dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti dopo l’uccisione dell’uomo più ricercato del mondo: Osama bin Laden. Una caccia all’uomo che durava dal 1998, dopo l’attacco alle ambasciate USA in Kenya e Tanzania, che si era inasprita dopo l’11 settembre. Ma prima di azzardare delle riflessioni sulla morte di bin Laden, analizziamo il contesto e gli attori dell’intera vicenda. Osama bin Laden , proveniva da una facoltosa famiglia saudita e durante l’occupazione sovietica afgana aveva combattuto in Afghanistan al fianco dei Mujaheddin per cacciare gli infedeli sovietici. Fu in questo periodo che si fece apprezzare dai regnanti sauditi e dalla CIA che videro in lui la persona ideale, in quanto onesta e ricca, per indirizzare i fondi destinati ai guerriglieri arabi (giordani, egiziani, magrebini) che si impegnavano nella liberazione afgana dall’Unione Sovietica. Nel 1989, quando l’Afghanistan era stata finalmente libera