Si può sperare
Che il mondo torni a quote più normali
Che possa contemplare il cielo e i fiori
Che non si parli più di dittature
Se avremo ancora un po' da vivere
La primavera intanto tarda ad arrivare
Povera patria, Franco Battiato
Oggi il
panorama politico ripropone un’idea di patria diversa dalle affermazioni del
rocker russo o del personaggio di Sciascia. La nuova idea di patria (che poi
tanto nuova non è!) pare trarre origine dalla dottrina che aveva scritto il
motto fascista “La Patria si serve anche facendo la sentinella ad un bidone di
benzina”. Così come in quel vecchio motto che, nella essenzialità della parola
“sentinella”, richiama alle armi, al vigilare contro un presunto nemico, anche
la nuova idea di patria, che arruola larghi consensi elettorali, ci vuole
“pronti a difendere i confini dell’Italia” perché qualcuno, non si sa bene chi
e come, “vuole destabilizzare la nostra nazione e l’Europa”. Stavolta il
viaggio in Spagna, così come fece il fascismo con la guerra civile spagnola, ci
verrà risparmiato perché ci stanno dicendo che il nemico è alle porte del
nostro Paese e, a completamento del paradigma, a breve potremmo anche ricevere ordini
sui fiancheggiatori interni alla nazione.
A questo
punto vale la pena chiedersi: cos’è la patria? Quale terra, popolo, piante,
pianure, montagne, animali, foreste, etc. merita di essere vissuta ed agognata
quale patria? E l’amor di patria, linfa vitale della patria che non a caso
contiene la parola amore, non dovrebbe essere la forza che ci rende universalmente
vigili partigiani contro le catene della disperazione, della povertà, della
degradazione dell’essere umano anziché tramutarci, secondo drammatici e
ignobili esperimenti politici, in feroci e sciocchi cani da guardia?
Mala
tempora currunt sed peiora parantur,
(corrono brutti tempi ma se ne preparano di peggiori); aspetteremo i nuovi eventi
così come si attende la pioggia, con l’ombrello in mano!
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