Le recenti vicende sull’accorpamento delle due scuole medie in un
unico edificio, quello della scuola G. Monasterio, ha terremotato il rapporto
tra la cittadinanza (quella parte che per campare non ha bisogno di applaudire
ai forti) e le istituzioni scolastiche e amministrative del paese. Se da una
parte la spaccatura tra la scuola e la cittadinanza - visto che la scelta della
dirigenza proviene dal MIUR - rientra nelle probabilità del gioco relazionale,
lo stesso non può dirsi per la Giunta e Consiglio comunale in quanto legati
alla volontà dei cittadini, anche se di questi tempi alcune concezioni
democratiche iniziano a risultare superate.
Comunque l’epilogo della vicenda
è stato che le istituzioni scolastiche e comunali si sono buscate una diffida e
un esposto alla Procura della Repubblica da parte di alcuni genitori; mentre il
sindaco, ad accorpamento fatto, è uscito con il solito comunicato in cui, oltre
al consueto elenco di finanziamenti e progetti, oltre ad un errore madornale di
calcolo della distanza tra le due scuole, ha sentenziato sibillinamente “Chi
amministra deve assumersi le responsabilità delle decisioni. Lo stesso dicasi
per i cittadini che hanno depositato l’esposto”. Quale responsabilità devono assumersi i
cittadini che hanno presentato l’esposto?
Proprio in tema di responsabilità, vale la pena spiegare le ragioni
che hanno spinto i cittadini prima alla diffida e poi all’esposto alla Procura
della Repubblica, con particolari vissuti in prima persona.
Il 5 febbraio 2018 nella seduta
monotematica del Consiglio comunale si decise, grazie alla volontà espressa dai
genitori intervenuti alla seduta, che l’accorpamento sarebbe stato “subordinato
all’esito delle verifiche tecniche (comprese le verifiche di vulnerabilità
sismica)”. Tanto era importante per noi genitori questa condizione che si
pretese fosse scritta nella delibera della seduta. Nonostante l’incontro avesse
registrato qualche energico scambio tra personaggi della giunta e genitori
intervenuti, l’apertura da parte delle autorità municipali e l’accettazione
della volontà dei genitori di anteporre al trasferimento le verifiche tecniche
e di vulnerabilità sismica dell’edificio avevano fatto sperare ad un lieto fine
della vicenda. Per oltre un anno sul caso dell’accorpamento è calato il
silenzio: né le autorità scolastiche, né quelle municipali hanno speso una
frase o un rigo per informare i genitori e la cittadinanza di eventuali
risvolti. Francamente, considerando l’evidenza pubblica che il caso aveva
assunto, sarebbe stato giusto che, quantomeno, l’amministrazione comunale,
anche per rassicurare i genitori, avesse pubblicato sul sito istituzionale l’esito
– uno volta ottenuto - delle verifiche tecniche effettuate, comprese le prove
di vulnerabilità sismica, così come avviene ad altre latitudini di questo
nostro Paese (Cologna Veneta, Ascoli Piceno, Castelfidardo, Malcesine, etc.
etc.). Ma questo non c’è stato nonostante la società incaricata di effettuare i
rilievi avesse completato la relazione tecnica il 10 ottobre e trasmessa al
Comune di Latiano il 26 ottobre 2018 con nota di protocollo n°12914. Anzi,
quando a distanza di qualche giorno dall’accorpamento sono stati avvisati i
genitori, chi (come me) ha chiesto di accedere agli atti per capire la bontà
dei rilievi tecnici, si è visto recapitare una lettera (vedi immagine). Gran
bella forma di trasparenza amministrativa!
Intanto nell’incertezza generale il
28 febbraio alcuni genitori, mediante diffida inviata via PEC, hanno invitato
le autorità a non procedere all’accorpamento “prima che le famiglie vengano
informate e documentate su tutti gli atti amministrativi inerenti la decisione
di trasferimento” e quindi anche sulle prove tecniche e verifiche di vulnerabilità
sismica. Anche di fronte a questo forte messaggio dei genitori, l’amministrazione
comunale, invece di rendere finalmente pubblica la relazione detenuta da oltre
4 mesi, ha preferito inviare una risposta (non sappiamo in quale modalità visto
che è arrivata con notevole ritardo) all’avv. Sanasi che ha assistito i
genitori nella diffida. Nella totale perplessità di chi non aveva avuto la
possibilità di conoscere il risultato delle prove di vulnerabilità sismica, il
6 marzo le autorità scolastiche e municipali hanno completato l’accorpamento. A
questo punto diversi genitori hanno deciso di procedere all’esposto alla
Procura della Repubblica affinché siano i magistrati ad accertare l’idoneità
delle verifiche tecniche e di vulnerabilità sismica.
Adesso arriva la frase sibillina
del sindaco sulle responsabilità che dovranno assumersi i cittadini che hanno
presentato l’esposto; cosa vuole dire? Di quali responsabilità parla? Di fronte
a chi dovranno assumersi questa responsabilità?
Ed inoltre. Sono i cittadini ad
avere sbagliato o c’è stata anche una maldisposta distanza del sindaco, della
giunta e del consiglio comunale nei
confronti dei cittadini che chiedevano lumi? È possibile che nessuno tra il
sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali abbia compreso che in questo
caso la trasparenza amministrativa non era una possibilità ma una necessità, procedendo
con la pubblicazione della relazione tecnica sul sito istituzionale, così come
avviene in altre realtà? Qual è stata la ragione di tanto silenzio? Proprio il
silenzio, quello delle istituzioni scolastiche, del Sindaco, degli assessori e
di tutti i consiglieri comunali, in particolar modo di quelli dell’opposizione,
a chi è stato, o sarà, utile?
È chiaro che alcuni comportamenti
di chi, attraverso la politica (e non solo), riesce ad avere una carica
pubblica sono espressione di una condotta puramente italiota assai diffusa e che
più o meno risponde alla logica del “Ah mi dispiace, ma io so io…. e voi non
siete un cazzo” del Marchese del Grillo. Peccato che lo stravagante personaggio
interpretato da Alberto Sordi si muoveva con tale maestria e leggerezza tra la
società romana dell’800 da destare il riso degli spettatori, mentre a noi –
manco a farlo apposta cadiamo nel titolo di un’altra commedia - non ci resta
che piangere.
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