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Il "Tutto è compiuto" della politica latianese

«Tutto è compiuto» è uno spettacolo teatrale che l’Associazione culturale I Teatranti mette in scena a Latiano durante la Settimana Santa e narra le vicende della Crocifissione di Cristo. La maestosità dello spettacolo e la bravura del regista e degli attori hanno consentito a «Tutto è compiuto» di diventare una realtà importante del patrimonio culturale latianese e di sbarcare su piazze di altre località.
Ma a Latiano «Tutto è compiuto» è anche espressione che ritrae perfettamente la realtà politica locale. Seppur assai lontana dalla fortunata messa in scena de I Teatranti sia per la qualità del ruolo svolto dalla maggior parte degli attori che per il messaggio della locuzione stessa, il «Tutto è compiuto» politico mantiene apparentemente delle peculiarità comuni a quello teatrale.
 
Una di queste è la ciclicità, benché con periodi di durata differente. Infatti, mentre la pregiata interpretazione della Crocifissione si ripete annualmente, il deludente «Tutto è compiuto» del teatro politico latianese si verifica più o meno ogni cinque anni, o meglio, ad ogni tornata elettorale per il rinnovo della Giunta e del Consiglio comunale. Anzi, come vedremo più avanti, la frase «Tutto è compiuto» potrebbe essere benissimo il titolo di coda della fase elettorale.
Il sacrificio è un altro motivo comune tra le due messinscena. Però se nella pièce teatrale, così come nel messaggio cristiano, è Dio a sacrificare il proprio Figlio per la salvezza del popolo, nel profano caso politico - all’indomani delle elezioni - è il popolo (latianese) ad essere “immolato” nell’accettare l’incapacità amministrativa, disservizi, buchi di bilancio, litigi pubblici tra i personaggi della giunta stessa, che accrescono l’inerzia amministrativa e –parafrasando le parole di un ex sindaco - non resuscitano un «paese morto». Cosicché l’elemento “resurrezione” diventa una caratteristica non comune tra i due eventi; poiché, se da una parte il terzo giorno dalla morte di Cristo avviene la resurrezione, a Latiano nemmeno alla fine dei cinque anni di ogni amministrazione è possibile ravvisare il minimo segno di ripresa. Eppure non si può negare che - stando a quanto viene promesso in ogni campagna elettorale – la città di Latiano, come un nuovo Lazzaro, sia sempre prossima al risveglio. Ma, da qualche decennio, il miracolo tarda a manifestarsi! Pertanto – continuando in questo azzardato quanto pindarico accostamento – il  «Tutto è compiuto»  annuale rappresenta il rinnovamento dell’alleanza tra Dio e gli uomini, diventando un chiaro messaggio che porta gioia. Invece il «Tutto è compiuto» della politica non lascia ai cittadini alcuna speranza; un attimo dopo che l’euforia elettorale è finita, esso risuona (quasi fosse il triste segnale del coprifuoco) per le vie latianesi, mentre ai cittadini - consci del fatto che per i prossimi anni non cambierà niente rispetto al passato - non resta che continuare a biascicare un triste «Tutto è compiuto!».   
P.S. Mi auguro che l’accostamento tra le due realtà non risulti offensiva ai protagonisti di ciascuna parte!

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