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A SPASSO PER LE VIE DEL VOTO FRANCESE


Domenica 6 dicembre. «A Toulon y a des gonzesses pas d'erreur/ Qui n'ont ni tetons ni fesses, pas de chaleur/ Elles ont des gueules comme des gros / Et les pieds comme des chameaux »*, recitava un motivo anarchico di qualche anno fa.  A Tolone ci sono anch’io in una insolita domenica di dicembre, quella del primo turno di elezioni regionali. Armato del mio francese semplice ma bastevole, decido per una giornata da trascorrere in solitaria tra le vie di questa città del sud della Francia, cercando di incrociare alcuni dei 160 mila abitanti. Alle dieci del mattino cerco un’edicola ed un bar. Trovo entrambi alla Gare SNFC a cui giungo dopo aver percorso Rue Pastoureau, girato a sinistra su Avenue Gal Leclerque nei pressi di Place de la Libertè, e risalito Avenue Vauban. La stazione è un edificio monumentale dall’architettura tipica delle importanti stazioni ferroviarie europee dell’’800. Oltrepasso una delle tre arcate della grande facciata bianca e, appena all’interno, trovo prima un’edicola, dove acquisto una copia di Le Monde e una di Charlie Hebdo, mentre subito appresso incrocio una sorta di tavola calda dove consumare ma petit dejneur: un bicchiere di latte ed una sfoglia alla mela. La prima pagina del maggiore quotidiano francese è quasi interamente dedicata al terrorismo jihadista: le fucilate a San Bernardino in California, la foto dell’«iman blanc» Oliver Corel - l’iman salafita - ritenuto ispiratore dei jihadisti francesi  anche quelli degli attentati dello scorso 13 novembre a Parigi. Articolo di spalla è dedicato al voto, titolando Régionales 2015. Les enjeux de l’entre–deux-tours. Nessun accenno alla COP 21, la Conferenza sul clima di Parigi che in questi giorni impegna i rappresentanti di 165 Paesi. Ma la curiosità spinge la mia attenzione sul “souvenir” più prezioso che porterò a casa da questa puntatina in Francia: Charlie Hebdo. Sullo sfondo rosso della prima pagina del giornale satirico ci sono, schierati e cazzuti, diversi volti di Marine Le Pen, presentati come una nuova specie di invasori che minacciano di conquistare tutta la Francia con le elezioni regionali.
 Ah si – avevo dimenticato - le elezioni! Devo lasciare la stazione ferroviaria in fretta e lanciarmi per le vie della città per respirare lo speciale clima delle votazioni francesi. Piego velocemente le copie di Le Monde e di Charlie Hebdo; velocemente, ma con una certa avvedutezza, nascondo letteralmente la copia del giornale satirico tra le pagine di Le Monde: in certi casi la prudenza può più della forza dei propri princìpi.  Intanto fuori pioviggina. Riparandomi sotto ai balconi, ripercorro in senso contrario le strade che mi avevano portato alla stazione, sino alle vetrine della galleria La Fayette di Place de la Liberté; dove - nonostante la pioggia fine - vi è una vivace presenza di francesi, attirati dal mercatino natalizio che occupa l’intera piazza. Mi fermo un momento e guardo la mia immagine riflessa dalle vetrine. Non riesco a fare a meno di pensare alla totale assenza del particolare clima che si produce dalle mie parti nelle giornate di voto; per strada totalmente assenti sono i manifesti di propaganda dei candidati; per terra non vi è alcun volantino o santino (clandestinamente lanciati, durante la notte, da auto in corsa).
Proseguo per Boulevard de Strasbourg, sino al Lycée Peiresc dove vi è un seggio di voto: finalmente ho la prova che oggi i francesi vanno al voto! In maniera assai misurata (direi, quasi pudica) davanti alla recinzione metallica sono posti dieci pannelli su cui sono affissi otto piccoli manifesti con i volti dei candidati alle regionali, tra cui quello della bella bionda ventiseienne Marion Maréchal Le Pen, su cui capeggia la battuta La France plein Sud. La bella bionda,  nipote della più famosa Marine, è nota da queste parti per la promessa di costringere gli arabi di Francia a vestirsi all’occidentale.  Intanto una signora velata, va a votare attraversando il cancello della scuola, oltre il quale s’apre un vasto piazzale dove discutono alcuni signori. Nonostante le elezioni si svolgano in una sola giornata non vi è un gran  viavai di gente.
Decido di cambiare il target delle mie attenzioni visitando i due musei di boulevard Marechal Leclerc. Al civico 236 vi è l’Hôtel Des Arts dove incappo nella personale di pittura contemporanea dello spagnolo Eduardo Arroyo.  
Qui incontro due colleghe italiane, anche loro particolarmente interessate a visitare i luoghi d’arte della cittadina della Provence. Mi unisco al gruppo che, lasciato l’Hôtel Des Arts, dirige sullo stesso boulevard per Musée d’Art de Toulon. L’imponente edificio ottocentesco ospita, oltre ad una esposizione di opere artistiche che vanno dal XV al XX secolo, un’importante biblioteca. Terminato il giro del museo, abbandono le due colleghe e mi ritrovo al mercatino natalizio di Place de la Liberté. L’aria fredda ed umida (oltre all’orario di pranzo) mi portano davanti ad un chiosco dove preparano deliziose baguette avec jambon cru et raclette, che accompagno con bicchiere di vin brulé aromatizzato con cannella. Quattro chiacchiere con gli amici e ritorno al mio solitario tour. È il momento di visitare un centro commerciale.
Lascio Boulevard de Strasbourg e prima di scendere verso il mare da Rue Saint-Bernard, ritorno davanti al Lycée Peiresc e noto che stavolta l’ingresso del seggio elettorale è completamente deserto. Non mi faccio molte domande, ma è chiaro che l’affluenza al voto è assai bassa. Attraverso un dedalo di viuzze, giungo alle spalle dello stadio di Mayol, dove gioca la locale squadra di rugby e dove vi è un imponente centro commerciale, al cui ingresso un vigilante mi invita ad aprire la tracolla e a togliermi il giubbino per un controllo. L’episodio è uno dei rari casi, vissuti nei pochi giorni trascorsi in terra francese, che riporta ai drammatici fatti del 13 novembre scorso a Parigi. Il centro commerciale, come succede la domenica pomeriggio oramai in molte parti del vecchio continente, è pieno zeppo di gente. Acquisto alla boutique SNFC due collezioni musicali in offerta e tre cartoline e vado via. La mia domenica a Tolone finisce qui.
Lunedì 7 dicembre. È pomeriggio. Dopo un’ora di jogging trascorsa con una vivace collega lungo la pista ciclabile che costeggia l’arsenale di Tolone, vado alla ricerca di un edicola. Desidero sapere come è andato a finire il voto di ieri. Dopo tre edicole chiuse, finalmente ne trovo una aperta. Compro una copia di Libération, uno dei pochi quotidiani francesi presenti il lunedì. Prima di leggerli dal giornale, chiedo i risultati elettorali all’edicolante che, pur mostrando poca simpatia per il Front National dei Le Pen, mi annuncia che il partito della bionda Marine risulta essere primo in sei regioni su tredici. Le prime pagine di Libération parlano della marée lepeniste e di una Francia democraticamente malade, dove più della metà degli aventi diritto al voto non è andata a votare. Nonostante ciò, sullo stesso giornale c’è chi afferma che non siamo di fronte ad un rigetto della politica bensì ad un ritorno. Intanto a pagina 10 di Libération sono illustrati i dati elettorali regione per regione, dove posso leggere che proprio nella PACA (Provence Alpes Côte d’Azur), la regione in cui mi trovo il FN ha portato a casa il risultato più importante delle sei regioni conquistate: il 43,3%; si tratta davvero di un risultato clamoroso se si considera che la destra si è fermata 16 punti sotto e la sinistra addirittura a 20. Non posso non chiedermi se la politica italiana debba imparare qualcosa da questo risultato elettorale; se, più in generale, in Europa sia in atto un cambiamento che nasce dal desiderio della gente di vedere facce nuove in politica laddove i vecchi politici restano aggrappati al potere; forse le persone hanno semplicemente bisogno di un lavoro e di un ambiente sicuro in cui vivere.
Si è fatto tardi ed è ora di cena. Al porto mi aspetta un gruppo di amici in al Tortue, una brasserie dove gustosissime moules alla marinara con raclette fuso sono l’ultimo ricordo di Tolone; domani si torna in Italia!
PS. Il 13 dicembre  i francesi hanno votato per il secondo turno delle elezioni regionali. Il FN dei Le Pen ha perso in tutte le regioni. Per arginare la marée lepeniste al secondo turno hanno votato il 60% degli iscritti, il partito socialista ha ritirato i candidati dove non aveva possibilità di vincere ed ha invitato i propri lettori a votare per i candidati della destra gollista. Per il momento il rischio di un governo (sia pur regionale) della destra estremista è stato neutralizzato, ma c’è già chi si chiede se il mondo politico francese riuscirà «ad impedire al Front di sfondare il fragile muro di vetro che finora l’ha tenuto lontano dal potere?»


* A Tolone ci sono delle tipe, proprio così, / che non hanno tette e culo, che non hanno calore / hanno delle brutte facce come dei bestioni / e i piedi come quelli di un cammello / sono le mogli di tutti quei maledetti firmaioli
 

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