Per moto di rivoluzione si
intende il movimento che un pianeta o un altro corpo celeste compie attorno a
un centro di massa. È, per intenderci, la rotazione compiuta dalla Terra
attorno al Sole nel tempo di un anno (365 giorni e 6 ore, per l’esattezza!),
alla fine della quale il nostro pianeta viene a trovarsi al punto di partenza.
Se volessimo riportare il moto astronomico nel mondo degli umani, si potrebbe
accostare al fenomeno della "Rivergination", un’usanza nuova e antica
con cui le donne, ricorrendo alle mani del chirurgo, potevano e possono
arrivare "caste" al matrimonio. In politica la “rivergination”, o,
più italianamente, la “verginità (politica) ritrovata” è assai di moda non solo
tra le alte sfere, ma anche a livelli più terra terra come può essere l’ambito
politico latianese. Un caso è quello di Giuseppe Blè, con cui ho condiviso un
periodo di impegno politico in IDV dal 2007 al 2009, anno in cui per rispetto
ai miei valori decisi di lasciare il partito. Ebbene questa giovane promessa
della politica latianese (ricordiamo che è stato assessore dell’attuale giunta),
appena dopo la nomina ad assessore decise di lasciare l’IDV in ossequio – come
lui stesso ci ha fatto sapere – al razionale principio cartesiano del cogito ergo sum. Oggi, alle soglie di
una nuova campagna elettorale comunale, lo stesso Giuseppe Blè è tornato a
vestire la vecchia maglia (politica, s’intende!) dell’IDV, completando, in
questo modo, il giro rivoluzione di cui sopra. È chiaro che il completamento
del giro significa anche “rivergination politica”, di cui non si sa se l’ex
assessore ne avesse bisogno. È chiaro che dal 2010 (anno della sua elezione) la
castità politica dell’ex assessore allo sport della giunta De Giorgi è stata
fortemente caricata dalle vicende della vita amministrativa e non solo. Ricordiamone
alcune! Quando da questo blog si chiesero numi su alcune spese di viaggio di
assessori (tra cui il Blè) e consiglieri comunali, fu proprio il nostro giovane ex assessore ad
intervenire (a parole), senza mai dimostrare con prova documentale quello che
egli stesso sostenne e cioè, che la trasferta
avveniva «a proprie spese intutto e per tutto» . Un’altra penetrante spinta alla illibatezza politica, l’assessore
Blè l’ebbe quando, nel progetto Turgrate, si parlò di selezionare una band di
musica “tradizionale salentina/pugliese/italiana” da inviare in Grecia ed in
Montenegro. La scelta dell’amministrazione comunale cadde verso una nota band
locale di cui faceva parte un parente stretto del giovane assessore. Nulla di
irregolare, mi spiego, se non fosse per il fatto che la band non faceva musica
tradizionale salentina (come previsto dal bando) ma musica rock. Un’altra bordata vigorosa alla purezza
politica della giovane promessa della politica latianese si ebbe all’indomani
del turn-over assessorile quando, appena smesso i panni di assessore, da socio
accomandante di una società di “produzione ed erogazione di servizi”, si è
trovato a svolgere servizi (a pagamento s’intende) per l’amministrazione De
Giorgi di cui era stato assessore.
Ritornando ad oggi, si ignorano al
momento le circostanze che hanno riacceso l’antico ardore tra il Blè e l’IDV,
mentre, molto più chiaramente, si vanno delineando gli scenari sulle prossime
vicende elettorali. Intanto ai latianesi non rimane che riflettere sul moto di
certi astri, magari meditando sul galileiano insegnamento dell’“ignorato motu
ignoratur natura”, oppure su quello, assi più prosaico, della Littizzetto: “la
rivergination si fa per evitare la svalutation ed incentivare la devolution”.
Said è un giovane marocchino di 29 anni. È nato a Loulad nella provincia di Settat, paese dell’entroterra marocchino a circa un centinaio di chilometri da Casablanca. Said proviene da una famiglia di macellai, infatti a Loulad assieme al padre e al fratello gestivano una macelleria. Da circa 11 anni Said si è trasferito in Italia: prima a Perugia dove ha vissuto per circa 9 anni, poi, da circa due anni, a Latiano. Qui ha continuato il suo mestiere originario aprendo una macelleria halāl (حلال). Secondo la cultura islamica (anche quella ebraica prevede qualcosa del genere col cibo Kosher ) il cibo, tra cui la carne, deve essere preparato e consumato secondo le prescrizioni dell’Islam; il termine halāl infatti nelle sue comuni accezioni di lecito , permesso , legittimo ci riporta a prescrizioni religiose
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