Il 20 novembre 2013, Giornata dei diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza, l’Unicef-Italia e
l’ANCI hanno lanciato la campagna
"IOcomeTU" per il diritto alla non discriminazione dei minori di
origine straniera in Italia. Per l’occasione l’Associazione nazionale dei
comuni d’Italia invitava i comuni italiani a deliberare e ad impegnarsi a
promuovere la cittadinanza onoraria per i minori di origine straniera nati sul
loro territorio. Ai comuni veniva richiesto una delibera formale del consiglio
comunale, del tutto simbolica, in cui si stabilisse “di concedere come atto
simbolico, la cittadinanza onoraria a tutti i bambini di origine straniera nati
in Italia che vivono e risiedono nel territorio” e “di auspicare che tale atto
sia la premessa per un effettivo riconoscimento della cittadinanza Italiana da
parte del legislatore nazionale”.
Con delibera del Consiglio comunale n.33 del 29/11/2013, il
Comune di Villa Castelli è tra quei comuni che hanno partecipato all’iniziativa
dell’Unicef-Italia. Pur non escludendo la probabile partecipazione di altri
Comuni della provincia di Brindisi, è certo che l’amministrazione di Latiano ha
scansato la proposta. Al di là del fatto che personalmente la cosa spiace, non
riesco a trovare le ragioni per le quali una amministrazione di centro sinistra
(probabilmente progressista), che il 28
giugno 2011 si fece promotore in piazza di un’interessante manifestazione
organizzata dalla comunità marocchina, abbia rifiutato di aderire alla campagna
IOcomeTU . Oltretutto, anche le forze politiche che si definiscono di “tradizione
democratico cristiana” non hanno mostrato maggiore attenzione all’iniziativa della
giunta comunale e della maggioranza consigliare che la sostiene. Eppure, se l’ispirazione
di talune forze sono la tradizione e la
cultura della chiesa cattolica, non è sicuramente sfuggito che proprio Papa
Francesco ha fatto il suo primo viaggio apostolico a Lampedusa per testimoniare
l’importanza dell’accoglienza verso i migranti. Pertanto spingere il resto
della giunta ad aderire alla campagna poteva essere, per le forze democratico
cristiane, una buona occasione, oltre che un’opera buona, per il compimento di
un’azione politica guidata da valori cristiani.
Al di là delle personali convinzioni religiose credo
che la politica sempre più spesso stia venendo meno ai propri compiti
originari, come quello di farsi promotrice di azioni o di semplici orientamenti
(come nel caso in questione) che sostengono la convivenza sociale sulla base dei principi dell’accoglienza e dell’uguaglianza.
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