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Programma «Frutta nelle Scuole»: non chiedete informazioni al responsabile nazionale


Da qualche anno anche l’Italia partecipa al programma, voluto e finanziato dalla Commissione europea, «Frutta nelle scuole»; che prevede la distribuzione di frutta, verdura, ortofrutticoli trasformati, banane e prodotti da esse derivati ai bambini degli istituti scolastici di primo grado. A differenza degli altri anni,  quando la frutta era distribuita in confezioni sigillate, quest’anno sempre più spesso i bambini tornano a casa con la mela o la pera integra e senza alcuna precauzione igienica, tanto da consentire il consumo della frutta solo una volta a casa, dopo essere stata accuratamente lavata.
 A questo punto ho voluto vederci chiaro sulla questione. Dopo aver chiesto lumi a qualche rappresentante dei genitori del consiglio di istituto, che hanno la stessa utilità che ha una bicicletta per un pesce, ho cercato di reperire informazioni altrove. Oltre ad aver scoperto che proprio quest’anno il programma “Frutta nelle Scuole” è iniziato con 11 arresti eccellenti al Ministero delle Politiche Agricole, ho avuto la possibilità di consultare il regolamento nazionale riscontrando che la frutta deve essere certamente « consegnata integra» ma allo stesso tempo «pronta all’uso»; significando quindi che l’eventuale pera o mela debba arrivare agli scolari secondo le opportune precauzioni igieniche poiché se ne deve garantire l’immediata disponibilità al consumo. Allo scopo di chiedere chiarimenti ho pensato di scrivere al Responsabile nazionale del programma, dott. Giovanni Piero Sanna, e –per informazione – al Commissario europeo per le Politiche Agricole Comunitarie, Dacian Cioloş, domandando informazioni sulla regolarità della pratica di distribuzione della frutta come descritto e, quindi, un intervento qualora la regolamentazione in materia disponesse differentemente. Dei due interpellati (di cui uno solo per informazione), secondo voi, chi mi ha risposto? Il lontano Membro della Commissione Europea o il più vicino e anche meno importante  dirigente del Ministero delle politiche Agricole? Se avete pensato a quest’ultimo sappiate che vi state sbagliando! Infatti con lettera postale mi ha risposto, da Bruxelles, il Direttore generale  dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Commissione Europea.
Ho voluto condividere con voi, lettori di latianoitaca, questa personale esperienza non tanto per denunciare un’eventuale irregolarità nella distribuzione della frutta nelle scuole, quanto per evidenziare la distanza che esiste nel nostro povero Paese tra istituzioni e cittadini. In Italia un cittadino che si rivolge ad una istituzione per chiedere un, sia pur semplice, chiarimento non ha diritto ad una risposta, nonostante la legislazione preveda diversamente! Credo che la politica italiana dovrebbe interessarsi più allo spread (tanto per usare un termine assai attuale) tra l’Italia e le altre realtà europee riguardo il rapporto cittadino-istituzioni che quello concernente i Titoli di Stato. Sicuramente assottigliando il primo differenziale, la nostra cara Italia, sarebbe un Paese migliore.

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