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Cromatica colpisce ..........ancora

Era il rientro a scuola dalle vacanze estive, quando la parete del terzo edificio della scuola elementare Bartolo Longo ci apparve particolarmente colorata. Durante l’estate l’artista Antonio Camassa (nome giuntomi attraverso facebook) vi aveva fatto un murales che riproduceva, in uno stile originale, una scena di guerra. Erano rappresentate case distrutte dalle cui finestre uscivano lingue di fuoco, alberi spogli, il corpo di un soldato colpito a morte dal cui petto scorreva per terra un rivolo di sangue; al centro dell’opera appariva il volto di un altro militare, vivo, ma dall’espressione, nonostante fosse coperto dalla maschera antigas, pienamente umana; dai vetrini della maschera antigas trasparivano occhi sbarrati e grondanti di sudore che rivelavano la paura di un uomo, seppur militare,
 dinnanzi al disastro della guerra. A destra del dipinto un arcobaleno e tre colombe bianche in volo con il ramo d’ulivo nel becco, messe lì ad esprimere l’anima pacifista dell’artista o l’idea assai più impegnativa di pace. A rafforzare lo spirito di pace dell’opera una frase di John Donne, tratta da Nessun uomo è un’isola, «Ogni morte d’uomo mi diminuisce perché io partecipo dell’umanità». L’immagine, nonostante l’allora mia giovane età e sebbene ancora non fossi in grado di decifrarne il messaggio che quelle figure esprimevano, mi colpì assai profondamente, tanto che da allora, in questi trent’anni, è diventata una parte importante della mia coscienza, una voce intima molto forte. Tanto che, come avviene nei film fantasy, talvolta ne sono stato risucchiato. Così su quelle macerie di guerra ci ho camminato, nella maschera antigas ho messo il mio volto, dell’uomo-soldato caduto ho visto il volto; infine anch’io ho sperato che quelle colombe, simbolo della pace, si librassero in volo.

Son trascorsi trent’anni e un’altra scuola di Latiano, la scuola Benedetto Croce, ha prestato all’iniziativa Cromatika 2012, il muro del proprio cortile per ospitare una rappresentazione pittorica che riproduce i volti dei magistrati palermitani uccisi vent’anni fa dalla mafia, Falcone e Borsellino, con accanto una citazione del giudice Giovanni Falcone «Gli uomini passano le idee restano». Seppur poco originale (viviamo in tempi in cui la creatività scarseggia) l’immagine oltre a farsi apprezzare per lo sforzo commemorativo, ha una sua espressività che, al di là di personali convinzioni e divagazioni, può diventare una importante presenza per spingere la Scuola a fare ogni sforzo necessario per offrire agli studenti un luogo/laboratorio di legalità.
A me piace pensare che questo genere di cose produca sempre dei risultati; e così, come nella semina, i semi germogliano quando incontrano la terra fertile e la mano operosa del contadino, un’immagine può sprigionare tutta la propria energia quando raggiunge la coscienza delle persone, specialmente quella dei ragazzi. E se le “idee restano” seppur gli “uomini passano” lo si deve anche alla “mano” che produce questo genere di opere.
Certo del fatto che “il colore è un mezzo di esercitare sull'anima un'influenza diretta”, il mio personale apprezzamento va all’associazione Civico 73 e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di Cromatika 2012.

Commenti

MAURO VITALE ha detto…
questo è un bellissimo articolo. Complimenti Ernesto
Anonimo ha detto…
E UNO STUPENDO ARTICOLO.
SONO DONATO DI TORINO.
MI PIACEREBBE METTERMI IN CONTATTO CON CAMASSA ANTONIO PITTORE,IL MIO INDIRIZZO E cococardos2@hotmail.com
SONO UN SUO VECCHIO AMICO CHE IN TUTTI QUESTI ANNI MAI LO HA DIMENTICATO.
GRAZIE DONATO

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