Passa ai contenuti principali

Elezioni amministrative 2012: nascita della politica a Cinque Stelle


Il movimento Cinque Stelle, nonostante il silenzio dei grandi media, è riuscita alle scorse elezioni a fare il boom di consensi, raggiungendo in diversi comuni l’elezione al primo turno del proprio candidato sindaco, il rinvio al ballottaggio o comunque alte percentuali di consensi. Leitmotiv del programma elettorale dei candidati grillini è stato pressappoco il seguente “non chiediamo agli elettori il voto per ottenere il mandato, ma la scelta di un nostro candidato deve essere per il cittadino un impegno di partecipazione alla vita politica”. L’impostazione logica del movimento di Grillo riempie sicuramente una frattura apertasi tra cittadini e partiti politici, che hanno smesso da decenni di essere luoghi di partecipazione, e il largo consenso ottenuto gli hanno dato ragione. I partiti sono oramai
 roccaforti inespugnabili al cui interno sono asserragliati le diverse signorie che compongono tutt’assieme l’elite politica, mentre i cittadini sono lasciati fuori le mura, nonostante da tempo spingano con sempre maggiore vigore alla porta cercando di spezzare il serraglio per entrarvi. Al di là di questa immagine epica, quello che nuoce alla nostra giovane democrazia è proprio l’esclusione dalla vita politica e amministrativa dei cittadini. Anzi la partecipazione è considerata non un valore aggiunto – come invece dovrebbe essere - ma un intoppo, un intromettersi in fatti che non riguardano il cittadino che con l’elezione esaurisce il proprio ruolo, delegando al partito o al singolo rappresentante il trattamento di questioni politiche. Potrebbe sembrare un’esagerazione, ma questa è oramai la prassi che regola il rapporto politica/cittadinanza a tutti i livelli. Il movimento cinque stelle propone invece al cittadino di stabilire un patto tra elettore ed eletto, in cui quest’ultimo si impegna a rappresentare e a mediare la volontà popolare, mentre il primo si obbliga a partecipare alla vita politica, delegando pertanto solo la rappresentatività ma non l’attività politica. Si vuole in fondo realizzare la tanto sbandierata “cittadinanza attiva” che è l’unica medicina per curare la democrazia dal male che la rende sempre più post-democrazia.
Comunque i risultati delle elezioni del 6 e 7 maggio 2012 impongono una questione: come mai al nord il movimento Cinque stelle raggiunge punte del 12% mentre al sud non raggiunge il 5? La risposta credo sia da ricercare nelle dinamiche sociali e politiche che sono alla base della scelta della rappresentanza nelle regioni del Sud che, continuando ad essere serbatoio di voti dei partiti maggiori (PD, PDL, UDC), non è ancora pronto ad accettare quel patto, di cui si diceva sopra, che i “grillini” cercano di stringere con gli elettori. Al sud continuano ad esistere dinamiche elettorali che si basano sul voto di scambio e sul clientelismo, dinamiche che, proprio in sede elettorale - secondo gli analisti della politica -danno vita a veri e propri tour operator del voto. Pertanto, mentre al nord si giunge a soluzioni elettorali che mirano a responsabilizzare l’elettorato, al sud si continua a tenere in piedi, nella connivenza consapevole tra una cittadinanza minima basata su un elettorato passivo e una classe politica svincolata da qualsiasi obbligo verso l’interesse generale, una prassi politica deleteria sia per la politica stessa che per un già martoriato territorio.
È da precisare che quanto sta ora avvenendo nel nord dell’Italia è già da tempo una realtà in altri paesi Europei (vedi il caso dei Pirati in Germania) e va visto come una risposta alla crisi economica attuale. Un nuovo patto per ricollegare due mondi oramai separati, politica e cittadinanza, potrebbe sicuramente essere la principale risposta alla crisi e alle nuove sfide - di ordine economico, sociale, di utilizzo del territorio, occupazionali, etc. - che essa comporta. Credo che sia il caso di riconoscere che il fenomeno dei “grillini” segni la nascita in Italia di una politica a Cinque Stelle.

Commenti

Post popolari in questo blog

Latiano: intervista a Said, titolare della macelleria halāl di via Martiri della Libertà

Said è un giovane marocchino di 29 anni. È nato a Loulad nella provincia di Settat, paese dell’entroterra marocchino a circa un centinaio di chilometri da Casablanca. Said proviene da una famiglia di macellai, infatti a Loulad assieme al padre e al fratello gestivano una macelleria. Da circa 11 anni Said si è trasferito in Italia: prima a Perugia dove ha vissuto per circa 9 anni, poi, da circa due anni, a Latiano. Qui ha continuato il suo mestiere originario aprendo una macelleria halāl (حلال). Secondo la cultura islamica (anche quella ebraica prevede qualcosa del genere col cibo Kosher ) il cibo, tra cui la carne, deve essere preparato e consumato secondo le prescrizioni dell’Islam; il termine halāl infatti nelle sue comuni accezioni di lecito , permesso , legittimo ci riporta a prescrizioni religiose

Ti la capu nfitesci lu pesci

Qualche giorno addietro un mio amico insegnante mi raccontava un fatto curioso quanto negativo accorsogli. Durante un esame scritto, dove lui era membro di commissione, gli studenti, appartenenti a diversi insegnanti, furono sistemati nell’aula in gruppi secondo l’insegnante di appartenenza. Successe che, a fine esame, con la correzione dei compiti, gli studenti di un certo insegnante subirono il più alto tasso di bocciatura. Questi, avuto il risultato negativo, sono andati dritti dal mio amico lamentando di essere stati discriminati perché fatti sedere ai tavoli posti davanti alla cattedra e perciò non avevano potuto –così come si dice in gergo scolastico- “copiare”, cioè usare gli stratagemmi che permettono di superare l’esame senza studiare. La vicenda, se si esclude la sfacciataggine e l’impudenza di andare anche a lamentarsi al professore, ha una sua logica che è invece assai diffusa nel mondo studentesco, tanto che per taluni negargli l’uso di “foglietti a fisarmonica” o di fare

Latiano: 'o zappatore (non) si scorda la zona 167

L’amica Cleo osservando certe immagini si domanda…… Chissà perchè il presidente provinciale dei verdi - il concittadino Daniele Massaro - decide di andare a zappare le terre della provincia (vedi foto sopra), quando a Latiano non mancano né la terra nè l`erba da falciare? Sarà per motivi esclusivamente elettorali? Viste le sue doti ormai scoperte e la sensibilità dimostrata per l’ambiente lo invitiamo pertanto a passare un pò del suo tempo nelle aree "eccessivamente verdi" della 167 di Latiano (vedi foto sotto). Estendiamo l’invito alla neonata giunta brindisina di Mimmo Consales a cui in campagna elettorale abbiamo prestato braccia latianesi. "P.S. L'invito è anche esteso a tutti quei politici che si ricordano della zona 167 solo in campagna elettorale"                CLEO