Nell’aprile 2011 la giunta guidata dal Sindaco De Giorgi annunciava con toni trionfalistici la creazione di un’isola pedonale nel centro della città di Latiano. Seppur trattandosi di poca cosa, visto che parliamo di un’area abbastanza ristretta che grosso modo coincide con piazza Umberto I e che rimaneva chiusa per qualche ora solo nei giorni festivi, la scelta operata dall’amministrazione comunale rimaneva comunque una conquista, che lasciava ben sperare a chi ritiene opportuno che il paese debba dotarsi di un’area pedonale permanente. Invece, al di là delle indicazioni stradali e dell’ordinanza comunale che ha istituto l’isola pedonale domenicale, di fatto questa non esiste. Per puro caso, infatti, nelle due ultime domeniche (15 e 22 gennaio ’12) sono stato testimone, nelle ore mattinali in cui era previsto la chiusura al traffico, di passaggi indisturbati di automobili (non a servizio di persone
invalide). Eppure nessuna nuova ordinanza ha annullato o sospeso il provvedimento comunale nelle domeniche in questione. Infatti a riprova di quanto detto le transenne, che vengono apposte per vietare il transito di automezzi, erano presenti ma risultavano essere spostate sul ciglio della strada per permettere alle automobili di scorazzare tranquillamente per piazza Umberto I. A questo punto si può affermare che formalmente (“sulla carta”) l’area pedonale esiste, con tanto di segnaletica indicativa e con transenne, ma nei fatti non c’è. Questo è il risultato di un atteggiamento amministrativo (io dico di comodo) su una decisione che è stata osteggiata sin dall’inizio da chi, in piazza Umberto I, vede solo i propri personali interessi. Questo chiudere un occhio su chi non rispetta una decisione amministrativa (che finalmente volgeva verso l’interesse generale!), sapendo che così facendo si favorisce un interesse particolare, è a mio avviso emblematica sulle difficoltà che Latiano ha nel destarsi da una condizione - direi a questo punto – “condizionata” di torpore politico e sociale. Al di là dei tanti buoni propositi di questo o di quell’altro personaggio o schieramento politico che governa o che ha governato Latiano, i fatti, come nel caso dell’isola pedonale, ci dimostrano che il mio paese non possiede alcuna propensione a crescere sia in termini politici che sociali; alla fine i personaggi e la scena, anche di questa storia, sono sempre gli stessi: il politico, il quale pensa ad curare i personalismi dei propri elettori; l’imprenditore, che bada solo ed esclusivamente ai profitti senza cedere nulla al benessere generale; ed, infine, i cittadini che, chiusi nel loro opportunistico «non si sa mai», restano in silenzio.
invalide). Eppure nessuna nuova ordinanza ha annullato o sospeso il provvedimento comunale nelle domeniche in questione. Infatti a riprova di quanto detto le transenne, che vengono apposte per vietare il transito di automezzi, erano presenti ma risultavano essere spostate sul ciglio della strada per permettere alle automobili di scorazzare tranquillamente per piazza Umberto I. A questo punto si può affermare che formalmente (“sulla carta”) l’area pedonale esiste, con tanto di segnaletica indicativa e con transenne, ma nei fatti non c’è. Questo è il risultato di un atteggiamento amministrativo (io dico di comodo) su una decisione che è stata osteggiata sin dall’inizio da chi, in piazza Umberto I, vede solo i propri personali interessi. Questo chiudere un occhio su chi non rispetta una decisione amministrativa (che finalmente volgeva verso l’interesse generale!), sapendo che così facendo si favorisce un interesse particolare, è a mio avviso emblematica sulle difficoltà che Latiano ha nel destarsi da una condizione - direi a questo punto – “condizionata” di torpore politico e sociale. Al di là dei tanti buoni propositi di questo o di quell’altro personaggio o schieramento politico che governa o che ha governato Latiano, i fatti, come nel caso dell’isola pedonale, ci dimostrano che il mio paese non possiede alcuna propensione a crescere sia in termini politici che sociali; alla fine i personaggi e la scena, anche di questa storia, sono sempre gli stessi: il politico, il quale pensa ad curare i personalismi dei propri elettori; l’imprenditore, che bada solo ed esclusivamente ai profitti senza cedere nulla al benessere generale; ed, infine, i cittadini che, chiusi nel loro opportunistico «non si sa mai», restano in silenzio.
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