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la qualità della vita a Latiano? senza asili nido comunali è pessima!

Lunedì scorso Il Sole 24 Ore ha pubblicato il resoconto di un’indagine sulla qualità della vita nelle diverse province italiane. Ne è risultata una sorta di classifica, in cima alla quale si è imposta su tutte la città di Bologna. Stando alle parole del quotidiano economico i “pezzi forti” del capoluogo emiliano sono l’università, l’imprenditoria e il welfare; di cui grande risalto viene data alla politica dell’infanzia ed in particolari agli asili nido che accolgono 3275 bambini, circa il 77,6% di coloro che fanno domanda. Accanto alla più classica organizzazione dei nidi comunali, a Bologna sono state adottate nuove formule gestionali come il project financing, cioè gestione dei privati e supervisione comunale.
Per me che vivo a Latiano, luogo in cui questo discorso sugli asili nido pare provenire da un altro
 pianeta, visto che l’ultimo asilo nido comunale risale ai tempi della mia infanzia, la tentazione di una comparazione con la città emiliana è troppo forte, ma improponibile perciò penderò spunto dalla notizie per sottolineare l’importanza degli asili nido nella società anche in quella latianese. Come ho già detto il comune di Latiano ha smesso di fare politiche per l’infanzia da diversi decenni e nonostante si siano succedute giunte comunali di diversi schieramenti e vedute, il discorso dei nidi non è mai stato oggetto di politiche sociali. Non è sicuramente un discorso di mancanza di finanziamenti visto che l’attuale amministrazione ha investito qualche milione di euro (si tratta di cifre che non sono mai state rese pubbliche e quindi dedotte da alcune delibere) nell’azienda speciale Caterina Scazzeri senza, tra l’altro, ottenere alcun miglioramento del servizio di assistenza per anziani, se non il privilegio di avere qualche poltrona in più da destinare a chissà chi. Ma al di là di queste opportune constatazioni il valore sociale dei nidi comunali è fondamentale non solo per il servizio reso a costi minimi all’utente, ma per l’opportunità di offrire alla donna la possibilità di poter essere madre e nello stesso tempo lavoratrice o studentessa o comunque libera di essere ciò che vuole. Mi pare strano, visto l’entourage di questa amministrazione che è notoriamente di sinistra (talvolta anche estrema), che alla giunta De Giorgi non sia stata indicata la necessità di adottare politiche di welfare che aiutino in tal senso le mamme e più in generale le donne. O forse essere di sinistra con due stipendi in casa - e quindi con la possibilità economica di permettersi per il proprio pargoletto il nido privato - può rendere l’argomento meno interessante?
Non deve comunque sfuggire a voi internauti che leggete questo blog di valutare appropriatamente le politiche sociali, specialmente quelle rivolte alle donne. Non deve neanche sfuggire il fatto che in un futuro assai prossimo (gennaio 2013) si dovrà pagare una nuova tassa:la TRES; che oltre a sostituire la TARSU, vi chiederà un contributo per i servizi comunali, che a questo punto è bene pretendere.
http://www.lavoce.info/binary/la_voce/articoli/cache_pdf/IL-NIDO-FA-BENE-AI-GENITORI-E-AI-FIGLI-1002739.pdf

Commenti

Anonimo ha detto…
E' proprio vero qui a Bologna le politiche sociali hanno una preferenziale e per la maggior parte dei settori le iniziative a favore del welfare non sono altro che semplici meikap ma, quando le addizionali reg./prov./com. sono fra/le più alte d'Italia tutto diventa molto più semplice per le amministrazioni mentre per i dipendenti/autonomi diventa un dissanguamento lento.Se su una busta paga si sottrae il 55%/60% del reale guadagno e di questi il 30% se lo incassano gli enti in discorso,ci si accorge che l'eccellenza dei servizi è anche qui una miseria in quanto la contropartita non compensa il sacrificio.Ecco come l'imperativo per tutti diventa dunque OTTIMIZZAZIONE di ciò che funziona(se esiste,e mi pare che li il problema è addirittura l'assenza di un servizio),ELIMINAZIONE dell'inutile/superfluo,INTEGRAZIONE/RAFFORZAMENTO dei servizi se scarsi/inesistenti.L'entrata del privato risolve magicamente i problemi ma solo se vigilata come avviene qui per gli asili e aggiungo anche per le numerose aziende private sanitarie convenzionate con l'usl che applicano l'eccellenza del servizio allo stesso costo del pubblico con copertura dei costi da quest'ultimo,diversamente il problema subisce un aggravio esponenziale(es.limiti:Alitalia s.p.a.,Ferrovie s.p.a.;Autostrade s.p.a.)come accade per la municipalizzata A.T.C. dove il costo del biglietto è di 1,50euro/all'ora(a Manhattan_pieno centro di New YorK 0,80 ma dollari valido sia in corriera che metro).Là dove la zampa pubblica è restia perchè ci magnia e di contro,là dove il privato è indiscusso,il dissanguamento del cittadino è inevitabile;LA SOLUZIONE è SEMPRE NEL MEZZO:privato con vigilanza petulante del pubblico,quindi politicamente ne rosso ne blù ma entrambi rispettandone i confini.(Saponaro Cosimo 13/12/2011)
Anonimo ha detto…
nn bisogna andare a bologna x trovare ottimi servizi!!! basta guardare al comune di cellino di san marco!!!! nido comunale x i bisognosi; fino ad un certo reddito c'è la convenzione con la tenute carrisi ke vengono a prendere i tuoi figli col pullmino loro e li tengono con loro fino alle 19!!!!!!!! se sei ricco epulone paghi ad albano la quota intera!!!!! ma come qualcuno ha detto albano è il benefattore della sua terra: noi abbiamo benefattori delle loro tasche. purtroppo quando si hanno 2 stipendi in casa ci si puo' permettere ben più di un asilo privato!!!! magari un amministrazione comunale formata da donne che si spezzano la schiena in campagna sarebbe molto più vicina all esigenza di noi cittadini comuni mortali, che dobbiamo baciare in terra se abbiamo la suocera o la mamma che ci tiene i bimbi per poterci permettere di andare a lavorare!!!! PERCHE' IO DEVO LAVORARE X VIVERE: non posso permettermi di alzarmi alle 10 e andare x bar a sorseggiare caffè... e con questo ho detto tutto

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