Lunedì 12 Dicembre nel campo rom della Cascina Continassa, una cinquantina di torinesi mettono in atto un raid razzista bruciando le baracche e picchiando i rom che vi si trovavano. Per pura fortuna non c’è stato il morto. Origine della rabbia era stata la denuncia di una ragazza che si era inventata una violenza sessuale da parte di «due che non parlavano italiano, sembravano zingari e puzzavano da morire» per coprire un rapporto sessuale con il fidanzato alla famiglia, che a quanto pare vigilava sulla sua verginità.
Martedì 13 dicembre Gianluca Casseri, militante di estrema destra ha sparato per le vie del centro storico di Firenze contro dei venditori ambulanti senegalesi uccidendo Diop Mor e Samb Modou e ha ferito gravemente altri tre senegalesi. L’omicida si è poi suicidato.
Quelle sinora sinteticamente raccontate sono due vicende tristi, di quest’ultimo scorcio di fine d’anno, che mettono in luce una realtà che nel Belpaese è sottaciuta: la xenofobia. Possiamo con rammarico dire che questa deriva pericolosa colpisce anche altri paesi dell’Europa come la Germania (vedi il caso della “cellula Zwickau”) o la Norvegia (vedi il massacro di Aners Breivik).In
quale humus sociale e politico maturano questi crimini?
quale humus sociale e politico maturano questi crimini?
Nel caso Italiano - accogliendo le istanze di Michael Braun su Internazionale - questo genere di esperienze nascono in ambito prettamente politico. La destra costituzionale, la destra populista e quella fascista hanno dato vita ad una sorta di commistione tanto che discorsi xenofobi e razzisti rientrano oramai nel linguaggio politico che, ahimè, porta oltretutto consenso. Parliamo dei movimenti di estrema destra a cui ammiccano i partiti istituzionali; parliamo di personaggi di partiti di governo come Gentilini e Borghezio che col fazzoletto verde al collo (simbolo istituzionale della Lega nord) biascicano contro “neger” e “bingo bongo” parole che in altri contesti aprirebbero le porte dei manicomi, mentre da noi danno vita a consensi o peggio ancora a sorrisi. Vi è pure chi, come Radio 24, in un ottica imprenditoriale degli ascolti dedica proprio a Borghezio un programma serale in cui si permette ad un pubblico più vasto di ascoltare le assurdità razziste e xenofobe farfugliate nei comizi leghisti.
La prima causa della furia razzista di Firenze e Torino è da ricercare allora nell’indifferenza della società italiana nei confronti di questi atteggiamenti immorali prima ancora che illegali; forse è ora di capire che la sbruffonata da bar, ingigantita dalla spettacolarizzazione dei media, produce morte.
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