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Dimesso Berlusconi, che fine farà il berlusconismo?

Da sabato scorso il Governo Berlusconi ha lasciato, per volontà del suo leader, la guida del Paese. Le tv di tutto il mondo hanno fatto girare le immagini di un migliaio di festanti che attendevano il premier dinnanzi al Quirinale dove avrebbe rassegnato le dimissioni. Al di là del fatto che questo non significa un’uscita di scena di Berlusconi, in questi 17 anni di vita politica il Cavaliere ci ha lasciato ben più delle complesse questioni economiche. A Berlusconi, infatti, è stato ricondotto un particolare fenomeno politico italiano: il berlusconismo. Questo particolare fenomeno, che ha interessato trasversalmente il mondo politico, ha influenzato profondamente la società italiana. Fattore originario del berlusconismo è stato il far coincidere il populismo con la democrazia, o meglio accoppiare populismo e democrazia. Il
 risultato di questo “coito” è stato lo snervamento, similmente a quello che succede ad un corpo affetto da tumore, della democrazia sostanziale.
Essendo un fenomeno populista, il Berlusconismo ha preso forma dalla pancia della gente avvolgendole come se fosse un calco. Da questa operazione è nata una classe politica che ha portato il berlusconismo in ogni angolo di potere, anche in quelli più remoti. La prima vittima del fenomeno è stata la legge elettorale sostituita da uno strumento elettorale che lo stesso autore ha definito porcellum, provocando più risate che ilarità; così, mentre ai cittadini veniva negato il diritto di scegliere i propri rappresentanti, i partiti inserivano in posizioni più o meno “sicure” i candidati in base alle loro elargizioni finanziarie o al grado di piacere (sessuale s’intende) che si donava al capo. In questo modo alcuni degli eletti, poco inclini all’impegno politico, hanno continuato persino a fare il proprio mestiere a tempo pieno, usufruendo di stipendio e privilegi della casta ed evitando di partecipare ai “noiosi” lavori parlamentari. Intanto il mondo politico ha continuato a stuzzicare gli “appetiti” degli italiani con orge, con denaro pubblico che diventava ricchezza di pochi furbi, e frasi ad hoc come «evadere le tasse è moralmente giusto». La politica è diventata per il cittadino medio un modo veloce per fare soldi, avere donne; e se invece si era donna bastava un bel paio di tette da far palpare alla persona giusta per diventare persino onorevole, magari ministro. Il berlusconismo non è stato quindi un fenomeno prettamente politico, ma ha pervaso la società italiana, tanto da renderla ubriaca, sorda, cieca (politicamente s’intende). Pertanto allo stato attuale il problema di quest’Italia non è tanto sperare nell’uscita di scena di Berlusconi quanto far ridestare a tutti i livelli l’intera classe politica ed i cittadini dal berlusconismo. Domenica scorsa nella copertina di Ballarò, il comico Cornacchione, preoccupato per la sorte dei comici dopo l’uscita di scena di Berlusconi, ha detto che «tanto gli italiani sono così bravi che un altro come Silvio lo troveranno presto». Alla luce di quanto detto, credo che il comico abbia visto bene, bisogna sperare però che gli italiani non ne facciano un nuovo Presidente del Consiglio.



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