Sarà stata la decisione del Conte di Glasgow di non far rimuovere i graffiti sulla facciata del castello di famiglia, perché diventata meta di turisti, a far decidere RFI, l’associazione Civico73, e l’amministrazione comunale di Latiano a replicare l’esperienza scozzese in salsa latianese, facendo affrescare dai graffitari i muri esterni della stazione ferroviaria di Latiano da tempo in totale stato di abbandono. L’evento ha dato vita ad un forte dibattito tra chi ha visto nella operazione di “abbellimento” della stazione una ulteriore degradazione e chi invece crede che l’evento sia un
ulteriore passo del risveglio e miglioramento della cittadina. Al di là del valore artistico dei graffiti (tema di per sé assai controverso), la scelta della location è sicuramente discutibile visto che parliamo di una stazione ferroviaria luogo di attese, di arrivi e partenze ma anche di transiti e che una certo buongusto prevede arredata in tutt’altro modo: magari col ripristino della vecchia fontana, l’apertura dei bagni, il reimpianto di alberi e piante, etc.
ulteriore passo del risveglio e miglioramento della cittadina. Al di là del valore artistico dei graffiti (tema di per sé assai controverso), la scelta della location è sicuramente discutibile visto che parliamo di una stazione ferroviaria luogo di attese, di arrivi e partenze ma anche di transiti e che una certo buongusto prevede arredata in tutt’altro modo: magari col ripristino della vecchia fontana, l’apertura dei bagni, il reimpianto di alberi e piante, etc.
Nell’acceso dibattito creatosi ha parlato, o meglio ha scritto, il sindaco difendendo l’operato della sua amministrazione e spiegando, senza peraltro riuscirci, che i graffiti della stazione significano che «Latiano non è un paese per vecchi». Cosa avrà voluto dire il sindaco con questa espressione? Credo nulla viste le questioni che l’amministrazione comunale è incapace di affrontare proprio riguardo i giovani di Latiano. Occorre dire al sindaco che sono giovani le diverse centinaia di braccianti che la mattina alle tre partono da Latiano per andare nei campi del barese, tarantino e materano su cui grava l’ombra del caporalato e per i quali amministrazione sembra ignorare. Sono giovani anche coloro che, grazie all’assenza amministrativa dell’assessorato alle attività produttive e agricoltura, sono costretti a vendere i prodotti agricoli, specialmente olive, a prezzi stracciati dettati da cartelli di pochi compratori locali. E sono giovani anche le prostitute che nessuna autorità vede sulle complanari vicino Latiano, vittime di sfruttamento sessuale contro cui l’amministrazione comunale di Latiano non è in grado di avanzare alcun provvedimento o adoperarsi per liberare quelle giovani dalla schiavitù.
Il Sindaco di Latiano parlando di giovani pensa che a Latiano ci siano solo quelli del suo entourage elettorale che provenendo da realtà di relativo benessere abbisognano di avvicinarsi alla cultura, di esprimere forme artistiche alternative, di esprimere un atteggiamento progressista (a parole, aggiungerei) . Forse il sindaco non sa che a Latiano ci sono giovani che in alcuni periodi dell’anno, quando il lavoro già misero scarseggia, cercano l’elemosina ai parenti per mangiare.
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Giuseppe Baldari.
LA LINCE