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Oria: il caso dell'oratorio S.I.N.G., Ernesto Ciccarese intervista Roberto Schifone



L’appuntamento è di fronte al Municipio di Oria; sono in anticipo e per un quarto d’ora mi godo lo spettacolo di una partita femminile di beach volley organizzato sul piazzale del Palazzo di Città. Roberto giunge con qualche minuto di ritardo, si scusa dicendomi che gli impegni dell’oratorio in questo periodo sono veramente tanti (in seguito ci spiegherà pure quali sono). Roberto Schifone è un ragazzo alto e robusto, dai modi affabili propri di chi si è formato nelle attività parrocchiali. Da più di un mese ha ingaggiato un braccio di ferro con l’amministrazione comunale di Oria riguardo lo sfratto dell’oratorio S.I.N.G. (Saremo Il Nuovo Giorno) dai locali che lo ospitano. Ci sediamo al bar assieme a due ragazze dell’oratorio che lo accompagnano e quasi subito quella che doveva essere un’intervista diventa una piacevole conversazione.

Come inizia la vicenda dell’oratorio S.I.N.G.?
Il 04 di Giugno mi notificano un ordinanza di sfratto coattivo in 10 giorni da parte del Comune di Oria. Oggetto dell’ordinanza sono i locali dell’oratorio SING, nei pressi del parco Montalbano, di proprietà del comune. La motivazione dell’atto è che occorre trasferire le classi dell’Istituto Commerciale per il Turismo, ospitate sinora presso la scuola media “Francesco Milizia”, nei locali in cui si trova l’oratorio. La sera stessa attraverso un comunicato stampa, attraverso internet, attraverso il passaparola faccio circolare la notizia. La risposta di coloro che vengono a conoscenza della vicenda dell’oratorio non si fa attendere, un apposito gruppo creato su FB raggiunge in poche ore 1600 aderenti.

C’è un motivo che spieghi l’enorme mobilitazione che si è avuta per l’oratorio SING?
Sicuramente venti anni di storia ci hanno permesso di avere radici forti e profonde, di avere un’esperienza tale da aver raggiunto, grazie al continuo impegno, “latitudini” assai lontane.
C’è poi l’impegno quotidiano dell’oratorio che coinvolge ragazzi normodotati, ragazzi diversamente abili, minori affidatici dal Tribunale dei Minori di Lecce ai quali è rivolto un piano di reinserimento sociale. Per un totale di circa 400 persone. Quindi parliamo di una realtà strettamente connessa al tessuto sociale di Oria

«Sono queste le battaglie di civiltà che gli uomini di buona volontà devono sapere combattere perchè sta a cuore che i deboli non finiscano ai bordi di una strada». Parole forti contenute nella lettera di solidarietà che vi ha inviato il Vescovo Emerito di Acerra Mons. Riboldi, noto per il suo impegno contro la camorra.
La solidarietà e la partecipazione è stata una componente essenziale di tutta questa esperienza. Oltre a Monsignor Riboldi si sono mobilitati altre personalità note tra cui Magdi Cristiano Allam, Maria Falcone, il Vescovo di Acqui Terme. Un’importante opera di mediazione è stata anche svolta dal Vescovo di Oria Mons. Vincenzo Pisanelli. Ma particolarmente forte è stata la presenza della gente comune che ci ha seguito nelle manifestazioni, nei presìdi e nei lunghi consigli comunali monotematici.

Bene la solidarietà della società civile e della Chiesa; ma qual è stato l’atteggiamento del mondo politico?
La Questione dello sfratto del SING ha operato una sorta di spartiacque nel mondo politico. Abbiamo, con piacere avuto vicino il Presidente della Provincia Massimo Ferrarese che ha preso una netta posizione a nostro favore sino a mobilitare sul caso l’intera giunta provinciale. C’è stato anche l’interessamento del Senatore Giuseppe Caforio e di tanti altri politici della zona. Mentre il mondo politico oritano è stato completamente incapace, non solo di trovare una soluzione, ma anche di prendere una posizione chiara. Questo è stato davvero motivo di grande sconforto da parte nostra. A riguardo è risultata emblematica la rottura politica avutasi durante il consiglio comunale monotematico sull’oratorio, quando i politici, invece di trovare una soluzione su una questione così delicata, sono riusciti solo a litigare, lasciando per due giorni il Sindaco Ferretti senza la maggioranza. Sicuramente non è stato un bello spettacolo neanche per le centinaia di persone che, dopo aver seguito per cinque ore l’assise comunale, lasciavano la sala consiliare coi volti segnati dalla delusione e dall’avvilimento.

Quindi, c’è stato un momento in cui l’incapacità dell’amministrazione comunale di sortire una soluzione ha gettato un pesante sconforto.
Uno sconforto negli uomini e non in Dio. Se l’oratorio nato venti anni fa ha superato tanti momenti difficili, tra cui quest’ultimo, significa che non è solo opera di uomini, ma è principalmente opera di Dio. In questi giorni di preparativi al trasferimento, la quantità di beni che i ragazzi stanno imballando, tra cui circa tremila libri, ti fa capire il reale valore di un cammino durato vent’anni che non può essere solo opera di uomini. Per noi è palese la mano della provvidenza. Lo sfratto all’oratorio SING è stato una prova di fede che ha rafforzato, nonostante i momenti di sconforto, la nostra convinzione di agire per il bene del prossimo.

Alla fine la “lieta notizia” c’è stata!
Il sindaco, grazie alle innumerevoli pressioni che ha ricevuto da ogni dove ci ha messo a disposizione, dal 13 luglio, i locali di via Frascata. Inoltre – voi di EXTRA siete i primi a saperlo – il sindaco Ferretti e il consigliere comunale Glauco Caniglia (vice presidente di Ambito Territoriale) da poche ore ci hanno fatto sapere che entro 6 mesi doteranno la struttura di via Frascata di un ascensore in modo da rendere i nuovi locali fruibili ai tanti diversamente abili che frequentano l’oratorio.

Un altro passo avanti in un cammino non facile, che comunque lei ha saputo ben affrontare.
Vorrei innanzitutto precisare che l’oratorio ha un un Direttore spirituale, don Daniele Conte, un direttivo (di cui faccio parte anch’io) che, seppur poco visibili, hanno costituito il nucleo compatto che ha supportato tutte le vicende di cui ho parlato.
Detto questo, riguardo la mia esperienza posso dire che, essendo responsabile regionale del Movimento per l’Infanzia, sono impegnato sul territorio pugliese da venti anni. In cui mi son battuto per far riconoscere diritti a ragazze madre, a donne vittime di violenza domestica, a bimbi abusati. Mai avrei pensato però di dovermi trovare in un braccio di ferro con l’amministrazione del mio paese per difendere un’istituzione il cui unico scopo è interessarsi del prossimo. È stata questa un’esperienza che molto mi ha provato, ma andava fatta. Stare In questi giorni con i ragazzi sporchi di pittura, mentre imbiancano i nuovi locali che ospiteranno l’oratorio, è la ricompensa più grande che si possa desiderare. Fare qualcosa per l’ultimo di questa società, per il più disgraziato, per lo spacciatore che ci viene affidato dal tribunale, è per me la cosa più bella che possa esistere.

In conclusione, esiste una ricetta che vi ha permesso, nonostante le difficoltà, di spuntarla?
Molti giovani del Sud partecipano a movimenti che s’interessano di grandi temi, poi sul territorio natìo non sono in grado di mobilitarsi neanche su questioni piccole che comunque rendono difficoltosa la vita quotidiana di tanti concittadini. Noi invece abbiamo fatto un percorso inverso, abbiamo scelto di essere vicini alle persone con cui quotidianamente percorriamo il cammino della vita. Certo non è facile mantenere alta la motivazione specialmente quando ci si scontra con realtà politico-amministrative con cui non si riesce a stabilire alcun dialogo. Lo scoramento sicuramente c’avrebbe fatto abbandonare tutto se non avessimo avuto alle spalle venti anni di storia e se la nostra lotta non fosse stata sostenuta dalla preghiera.

La piacevole conversazione con Roberto Schifone si conclude con l’ invito, a cui sicuramente non mancherò, di partecipare alla inaugurazione della nuova sede dell’oratorio che si terrà nei locali di via Frascata tra la fine settembre e gli inizi di ottobre.

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