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Siamo tutti uguali, eccetto i signor nessuno

Chi è Donato Musarò? Un brindisino come tanti altri, ha una moglie ed una figlia di 13 anni. La ragazza soffre di una forma gravissima di scoliosi che le determinano continui svenimenti e tanta angoscia. La famiglia Musarò attende da nove mesi la classica «chiamata» dal Policlinico di Bari per l’operazione della ragazza. Ma così come avviene a tutti i «signor nessuno» che si rivolgono alla sanità, seppure per casi urgenti, anche Donato Musarò deve attendere. Ha atteso per nove mesi poi ieri mattina, forse dopo aver incrociato per l’ennesima volta gli occhi della sua bimba, è andato ad incatenarsi dinanzi all’ingresso del Municipio di Brindisi per chiedere aiuto agli «uomini del palazzo». L’assessore alle politiche sociali, Gabriella Dell’Aquila, ha ascoltato il disperato genitore
 trovando infine, attraverso in un giro di chiamate, la soluzione che il povero Donato cercava disperatamente e infruttuosamente da nove mesi. Finalmente il posto al Policlinico è saltato fuori, la piccola può essere finalmente operata.
L’episodio ha tutti i personaggi per trarne un racconto di timbro manzoniano: il povero disperato, il benevolo signore (colui che ha potere) e la provvidenza. Ma la società del Manzoni era una società di due secoli addietro in cui ancora doveva nascere lo Stato italiano con le sue istituzioni, le sue leggi, i suoi principi di libertà e uguaglianza. Invece è proprio l’inesistenza dell’uguaglianza a produrre episodi figli di altri tempi. Ma voi ce lo vedete un giudice, o un onorevole, un presidente della regione, ma anche un assessore comunale fare la stessa cosa che ha fatto Donato Musarò? Sicuramente no! Perché quelli che qualcuno ha definito «la casta» non hanno bisogno di andare a timbrare la ricetta per far visitare i loro figli, o attendere per nove mesi (in altri casi si parla di anni) la chiamata per un intervento. Potrebbe invece succedere che il posto destinato ad una qualsiasi Musarò venga occupato da casi più “ingiustamente” urgenti di gente della casta.
Credo che nella nostra cultura politica e sociale il principio dell’uguaglianza non esiste e tantomeno noi cittadini siamo educati a considerarlo un diritto. Infatti gli effetti dell’ineguaglianza vengono avvertiti dagli ultimi come un carico di cui non puoi disfartene e a mò di soma devi sopportare proprio perché non sei nessuno. Vi parrà assai cruda questa mia considerazione, ma guardatevi intorno e vi accorgerete, anche nelle piccole cose quotidiane, quanta ineguaglianza, e con essa ingiustizia, esiste nella nostra società. Ciò che è successo a Musarò deve farci riflettere su quanto siamo “meno uguali” dinanzi a chi ha il potere di decidere per la nostra vita e talvolta sulla nostra vita.

Commenti

Alice ha detto…
E il fatto che oggi si fa di tutto per entrare a far parte del mondo della politica.
Pure il più ignorante, incapace, strillone del mondo ha capito che forse da lì sei un po' meno nessuno di qualcun altro. E dopo aver pagato, corrotto e svenduto se stesso per arrivarci, paga, corrompe e svende se stesso per restarci... A discapito di chiunque.
Il problema di fondo è che siamo noi votanti (mi ci metto in mezzo, anche se ho per lo meno tentato, al momento opportuno di mantenere le distanze da quella che è alla fine risultata la massa) a rendere possibile tutto cio'.
Abbiamo voluto 'sta bicicletta? Pare di si, dai risultati.
Pedaliamo.
ulisse ha detto…
grazie Alice per aver arricchito il mio post col tuo commento.
mi sono volutamente tenuto fuori dalla questione del rampantismo politico per sottolineare un altro elemento che caratterizza la società e specialmente coloro che subiscono le ingiustizie dell'ineguaglianza: l'ineluttabilità della realtà che si vive. Io mi chiedo e lo chiedo anche a te:ma davvero nulla si può fare per cambiare o almeno per contrastare dinamiche, lontane da qualsiasi forma di democrazia, che quotidianamente coinvolgono la nostra vita?
marilena ha detto…
A volte penso che la democrazia tanto decantata, tanto "difesa" di fatto non sia mai esistita e forse mai esisterà.. possiamo continuare a parlarne, ma il mito della democrazia è qualcosa di lontano che forse non arriverà mai a noi.
Siamo tutti uguali di fronte alla legge fino a quando non tiriamo fuori il portafogli.. il tuo è pieno?Si? ok.. puoi passare.. è come per darwin e la teoria dell'evoluzione della specie.. ora il più forte va avanti e oggi la forza è data dai soldi, il mito della cultura, della conoscenza, del sapere non fa mangiare nessuno e allora mio caro Ulisse è sbagliato rassegnarsi, ma è ormai altrettanto sbagliato farsi venire l'ulcera per queste cose terribili che purtroppo continueranno ad accadere!

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