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Le dichiarazioni del Ministro Gelmini e la lettera/denuncia di Ciccarese Ernesto


Pubblichiamo la lettera che Ciccarese Ernesto ha inviato al Ministro Gelmini (email: gelmini_m@camera.it e segreteria.particolare.ministro@istruzione.it) in risposta alle dichiarazioni del Ministro apparse su Messagero lo scorso 24 Marzo (http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=95791&sez=HOME_SCUOLA)

AL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE - MIUR
C/A MINISTRO MARIA STELLA GELMINI
C/O SEGRETERIA PARTICOLARE Dott.ssa GREGORINI
Viale Trastevere, 76/A – 00153 - ROMA

Egregio Ministro,
Mi chiamo Ernesto Ciccarese e sono genitore di una bimba che frequenta la scuola elementare. Dopo aver attentamente letto l’intervista da Lei rilasciata al Messaggero del 24/03/2010 e dopo aver apprezzato la Sua contrarietà alla odiosa pratica da parte dei dirigenti scolastici di chiedere contributi volontari, ho reputato opportuno scriverLe per informarLa che alle famiglie, oltre ai contributi volontari, vengono chiesti soldi per sopperire a carenze strutturali degli edifici scolastici che mettono a rischio la sicurezza dei nostri figli.
È il caso accorso alla scuola elementare Filippo Errico di Latiano (BR)
dove, nelle aule destinate alle prime classi delle sezioni A,B,C, le finestre erano sprovviste di tende e di qualsiasi dispositivo che evitasse l’esposizione diretta degli astanti ai raggi del sole. Dopo aver trascorso un inizio anno scolastico tormentato dalle lamentele dei nostri bambini, attraverso i rappresentanti di classe è stata avanzata la richiesta di avere delle tende coprisole. Di fronte alla consueta frase “non ci sono soldi” noi genitori abbiamo dovuto acquistare, spendendo 917,40€, le suddette tende. Ma la beffa più grande sta nel fatto che, nel momento in cui ho personalmente avanzato la richiesta di acquisire una copia della ricevuta fiscale della spesa, ho rinvenuto un atto di donazione dove è dichiarata la volontà dei genitori a donare le tende alla scuola, di cui i genitori non ne erano informati.
Una donazione per essere tale necessita di spirito di liberalità (animus donandi) che personalmente non trovo, mentre è chiaro il ricatto morale che come genitore ho subito visto che non avevo altro da scegliere per rendere vivibile l’aula dove, per sei giorni alla settimana, vive mia figlia.
Mi trova profondamente d’accordo quando dice che «[nella scuola]con troppa leggerezza si chiedono contributi alle famiglie. Sono assolutamente contraria, va evitata questa prassi un po’ lamentosa e in pochi casi giustificata. La scuola pubblica non deve costare», mettendo in discussione la capacità gestionale di alcuni dirigente scolastici. Le rivolgo alcune questioni: chi deve vigilare sulla “capacità gestionale” dei dirigenti? E quale peso viene dato, nella conduzione del suo Ministero, a denunce di casi come questo che personalmente Le ho esposto?
Mi auguro di essere riuscito con la presente ad esprimere lo spirito che mi ha mosso a scriverLe, in quanto animato esclusivamente dal dovere di cittadino e di padre.
Per maggiore completezza Le invio in allegato i documenti che la scuola ha provveduto a fornirmi.
Cordiali saluti.

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