La campagna elettorale è a metà strada, ma gran parte del lavoro di “promozione” dei candidati è stato già fatto. L’efficace tecnica del “casa pi casa” è stata largamente utilizzata dai più scaltri, perciò agli altri non rimane che ascoltare le motivazioni, tra l’altro neanche richieste, del perché la maggior parte della cittadinanza ha già deciso di votare il tal medico, o il tal responsabile sanitario, o imprenditore. Le ragioni di tali scelte non ha nulla da spartire con l’amministrazione della città o coi programmi elettorali, e pur contenendo qualcosa di insolitamente buffo, danno luogo ad una riflessione seria.
Innanzitutto la campagna elettorale può essere abbozzata come una sorta di caccia al voto, che si tiene tra il candidato e l’elettore-preda.
I primi “bersagli” del candidato sono gli anziani, i quali comunque sono “terra di conquista” dei medici. Questa parte dell’elettorato non nasconde la propria scelta e tanto meno la motivazione, che è legata a ragioni di salute. Ci sarebbe loro da obiettare «e come facciamo a migliorare il futuro se da decenni votate lo stesso medico?», ma poi li guardi e capisci che hanno un’idea di futuro assai prossimo e quindi sai che è inutile cercare di convincerli.
I primi “bersagli” del candidato sono gli anziani, i quali comunque sono “terra di conquista” dei medici. Questa parte dell’elettorato non nasconde la propria scelta e tanto meno la motivazione, che è legata a ragioni di salute. Ci sarebbe loro da obiettare «e come facciamo a migliorare il futuro se da decenni votate lo stesso medico?», ma poi li guardi e capisci che hanno un’idea di futuro assai prossimo e quindi sai che è inutile cercare di convincerli.
Ci sono poi i genitori di figli in età da lavoro ma disoccupati e, ovviamente, i disoccupati (tra cui consideriamo i lavoratori a nero). Questo genere di elettori sono le “prede” predilette di amministratori pubblici e imprenditori (compresi i responsabili di pseudo-coperative), per i quali la campagna elettorale è una serie di promesse di lavoro a tempo determinato e indeterminato, un continuo sistemare giovani nel mondo del lavoro. Qualche giovane, specie se ha alle spalle una famiglia numerosa, trova lavoro già durante la campagna elettorale, peccato che dopo le elezioni finisce anche il lavoro.
Un’altra fetta di elettorato, quella dei pensionati relativamente giovani (che non hanno problemi di salute) e dei braccianti, è terreno di conquista degli uffici sindacali legati al mondo agricolo, i cosiddetti “patronati”; dove, come dicono i miei compaesani, “ fanno le carte” che, per chi non conosce il nostro dialetto, potrebbe far pensare ad agenzie di fattucchiere.
Ma la motivazione più sconcertante che ho sentito in questa campagna elettorale è quella di un mio conoscente, che con virile machismo mi spiegava che ha deciso di votare un particolare candidato perché costui gli ha dato una mano a far lavorare la sua amante (si tratta di amore extraconiugale) in una cooperativa.
Una particolare menzione meritano le elettrici che a differenza dei maschi non si dilungano in inutili spiegazioni; così, anche se in gran fretta, ti ascoltano, prendono il “santino” e vanno via; lasciandosi dietro un’aria di mistero.
Ci sarebbero poi i giovani istruiti, ma questi se non sono figli di facoltosi professionisti, e quindi già politicamente orientati, non vivono più a Latiano.
Parlavi della mia campagna elettorale, in questa cornice quasi comica ma reale mi permette di fare delle riflessioni sulle gravi conseguenze che implica un tale comportamento dell’elettorato. È chiaro che i Programmi elettorali - di fronte alla realtà denunciata - sono carta straccia, e, comunque, né particolari abilità nell’amministrare la cosa pubblica e né l’impegno quotidianamente profuso nel denunciare carenze o malfunzionamenti sono elementi che la massa elettorale considera. Latiano - dicono elettori/ici e candidati- ha bisogno di una svolta, ma stando alle suscritte avvisaglie, così come diceva un noto intellettuale latianese, «non vedo nulla di nuovo all’orizzonte».
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Ecco, gente così merita di essere sputtanata in Pubblica Piazza.