Passa ai contenuti principali

Latiano: le parole di Carlo Pignatelli e la paura di sognare

In una intervista di Catena Fiorello (http://dellamoda.it/articoli/2009-01/catena-fiorello-intervista-carlo-pignatelli.php) a Carlo Pignatelli, alla domanda «dove sei nato?» il famoso stilista le ha risposto «a Latiano, un paesino a 15 km da Brindisi; molto piccolo ma che negli anni non ha fatto neanche grandi sforzi per migliorarsi. Così ogni volta che ci torno devo constatare con amarezza che non è successo niente di nuovo e niente di bello

La risposta di Carlo Pignatelli è allo stesso tempo tagliente quanto realistica che, non vi nascondo, ha sortito in me un effetto di forte turbamento, e vista la contingenza alle prossime elezioni può essere motivo di considerazioni e proponimenti che potrebbero dare un nuovo inizio alla comunità Latianese. Lungi da me la volontà di strumentalizzare la dichiarazione del famoso stilista per fini elettorali, ma gradirei condividere con voi alcune considerazioni che sono essenziali per dare forma ad un orientamento costruttivo.
Cos’è Latiano è sotto gli occhi di tutti: della classe politica locale, dei cittadini, dei fanciulli inermi davanti alle brutture e alla carenza di strutture finalizzate alla loro crescita. Latiano è una periferia del Mezzogiorno dove i giovani vogliono solo scappare, magari non molto lontano; talvolta gli basta vivere a Lecce per giocarsi l’opportunità di provare a realizzare un sogno, che spesso s’è dimostrato un raffinato progetto. Latiano è il luogo dove sempre più spesso giovani genitori sognano che in futuro scapperanno insieme ai figli, magari nelle città dove questi andranno a studiare.
Oggi Latiano può benissimo essere il laboratorio ideale per qualche sociologo che vuol capire gli effetti (negativi) dell’invecchiamento della popolazione. Effetto diretto della senilità è stata la diffusione incontrollata di un’insana “saggezza”, tale da sortire effetti più deleteri dell’incoscienza, come il costringere (perché di costrizione si tratta) chi presenta una novità ad andare via se vuole dare a se stesso una opportunità.
Ma la cosa che paralizza di più Latiano è la paura. Una paura atavica che, credo, noi latianesi ci trasmettiamo da generazioni, che un tempo era verso i padroni, poi verso la mafia, oggi nei confronti del futuro. Una paura che, da più di un ventennio, ci rende totalmente immobili. In questa stasi gli unici a muoversi sono stati i politici, una sorta di individui animati da patetico ma efficace arrivismo, che hanno fatto sprofondare il paese in un abisso di povertà intellettuale ed economica tale da rendere sempre più difficile la risalita.

Di cosa ha bisogno oggi Latiano?

1. Di una classe imprenditoriale e commerciale che non appoggi questo o quel politico solo per avere un ritorno personale, che spesso va a scapito dell’intera comunità. Oltretutto molti degli attuali politici hanno imparato, in varie forme, a fare gli imprenditori e quindi ad essere sleali concorrenti degli imprenditori di professione.

2. Di una classe politica capace di formulare un progetto e di realizzarlo in modo da creare reali condizioni di crescita a favore dell’intera comunità e non per favorire un individuo o una determinato gruppo di amici.

3. Di una cittadinanza che si scrolli dal torpore in cui è caduta, che non ingoi quotidianamente tutti i disagi, frutto di disastri amministrativi, spingendoli giù con la frase “e ce a ma fari!?” come se fossero pillole da ingoiare col solito bicchiere d’acqua.

4. Di una classe di professionisti che non sfrutti il maggiore livello d’istruzione per ottenere voti dai cittadini, o favoritismi dai politici

5. Di intellettuali che smettano di vivere in un mondo traslato fatto di idee e speculazioni cerebrali, producendo solo sterili critiche verso la piccola realtà che li circonda. Credo che proprio questa schiera di professori, pittori, poeti, scultori, scrittori, musicisti, intellettuali vari possa essere determinante per favorire il risveglio e una rifioritura di Latiano

Infine esorterei i più giovani a credere fortemente nei propri sogni e a non perdere la speranza che questi si possano realizzare anche in un paese come Latiano; poiché più dei buoni politici, onesti imprenditori, intellettuali impegnati, Latiano ha bisogno proprio dei loro sogni. Diceva Eleanor Roosevelt: “il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni

Commenti

Post popolari in questo blog

Latiano: intervista a Said, titolare della macelleria halāl di via Martiri della Libertà

Said è un giovane marocchino di 29 anni. È nato a Loulad nella provincia di Settat, paese dell’entroterra marocchino a circa un centinaio di chilometri da Casablanca. Said proviene da una famiglia di macellai, infatti a Loulad assieme al padre e al fratello gestivano una macelleria. Da circa 11 anni Said si è trasferito in Italia: prima a Perugia dove ha vissuto per circa 9 anni, poi, da circa due anni, a Latiano. Qui ha continuato il suo mestiere originario aprendo una macelleria halāl (حلال). Secondo la cultura islamica (anche quella ebraica prevede qualcosa del genere col cibo Kosher ) il cibo, tra cui la carne, deve essere preparato e consumato secondo le prescrizioni dell’Islam; il termine halāl infatti nelle sue comuni accezioni di lecito , permesso , legittimo ci riporta a prescrizioni religiose

Ti la capu nfitesci lu pesci

Qualche giorno addietro un mio amico insegnante mi raccontava un fatto curioso quanto negativo accorsogli. Durante un esame scritto, dove lui era membro di commissione, gli studenti, appartenenti a diversi insegnanti, furono sistemati nell’aula in gruppi secondo l’insegnante di appartenenza. Successe che, a fine esame, con la correzione dei compiti, gli studenti di un certo insegnante subirono il più alto tasso di bocciatura. Questi, avuto il risultato negativo, sono andati dritti dal mio amico lamentando di essere stati discriminati perché fatti sedere ai tavoli posti davanti alla cattedra e perciò non avevano potuto –così come si dice in gergo scolastico- “copiare”, cioè usare gli stratagemmi che permettono di superare l’esame senza studiare. La vicenda, se si esclude la sfacciataggine e l’impudenza di andare anche a lamentarsi al professore, ha una sua logica che è invece assai diffusa nel mondo studentesco, tanto che per taluni negargli l’uso di “foglietti a fisarmonica” o di fare

Latiano: 'o zappatore (non) si scorda la zona 167

L’amica Cleo osservando certe immagini si domanda…… Chissà perchè il presidente provinciale dei verdi - il concittadino Daniele Massaro - decide di andare a zappare le terre della provincia (vedi foto sopra), quando a Latiano non mancano né la terra nè l`erba da falciare? Sarà per motivi esclusivamente elettorali? Viste le sue doti ormai scoperte e la sensibilità dimostrata per l’ambiente lo invitiamo pertanto a passare un pò del suo tempo nelle aree "eccessivamente verdi" della 167 di Latiano (vedi foto sotto). Estendiamo l’invito alla neonata giunta brindisina di Mimmo Consales a cui in campagna elettorale abbiamo prestato braccia latianesi. "P.S. L'invito è anche esteso a tutti quei politici che si ricordano della zona 167 solo in campagna elettorale"                CLEO