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A Latiano la democrazia muore all'ingresso di una scuola materna


Cos’è la democrazia? Esiste ancora la democrazia?
Democrazia significa tante cose, e tra i vari significati credo che il più compiuto sia la sostanziale e continua partecipazione al governo da parte dei cittadini. Per garantire ciò esistono la Costituzione, varie istituzioni, le leggi e i regolamenti. Ma cosa succede quando uno o più rappresentanti istituzionali, sia pur di piccole aree pubbliche, non si attiene ai dispositivi che garantiscono al cittadino i diritti?

Mi spiego. Il 10 Novembre 2009 ho presentato all’amministrazione comunale (vedi post Allagamenti nell'area prospiciente la scuola materna di via Baracca del 14 novembre), in particolare al vice sindaco e all’assessore competente, la richiesta di rifacimento del manto stradale nei pressi della scuola materna in via Baracca. L’azione è regolata dall’art. 52 dello statuto comunale che non a caso si chiama Diritto di istanza e di proposta dei cittadini. Non essendo la richiesta di particolare complessità, lo stesso articolo 52 prevede che entro 30 giorni occorre “assicurare” la risposta all’istante, e ciò non è avvenuto. Da questo piccolo esempio vorrei cercare di dare una risposta al secondo quesito: esiste ancora la democrazia?
Il mancato rispetto di un regolamento comunale da parte della stessa amministrazione, che comunque può essere perseguita attraverso il ricorso al TAR, può tradursi in termini politici nella totale scomparsa della democrazia sostanziale, di cui i cittadini ma anche i partiti dovrebbero essere attenti custodi.
Se da un lato la sostituzione, da parte dei nostri personaggi politici, del potere e del consenso con il dominio e la sottomissione ha messo fuori gioco i cittadini, cosa succede invece nei partiti?
L’attuale situazione politica a Latiano, cioè la prossimità alle elezioni comunali, ci fornisce un quadro chiaro di come i partiti siamo sempre più “vuoti contenitori”, privi di programmi e persino di ideologie. Infatti nonostante la totale incapacità alla gestione della res publica di alcuni personaggi politici, sia in qualità di amministratori/maggioranza che di opposizione/minoranza, vi è la corsa tra i partiti ad accaparrarsi tra questi i “portatori di voti”, anche se costoro hanno palesemente ignorato (come nel caso succitato) e violato le regole basilari della democrazia. Questo non succede solo nei noti partiti populisti prendi-tutto, ma anche in quelli che parlano di legalità, o in quelli che hanno sostituito la parola “comunista” con “libertà”. Credo che da tempo i partiti hanno smesso di rappresentare le classi o porzioni di cittadinanza, e sono diventati come le conchiglie morte in cui trovano casa i paguri. Ed il cittadino, che un tempo era al centro dell’azione politica è diventato, tramite il ricatto, un individuo che deve solamente dare legittimità, attraverso le elezioni, ai nuovi signori della politica.
Quale futuro?
Forse bisognerebbe chiedersi «quale passato? ». Stiamo percorrendo a ritroso il faticoso cammino che si è percorso per dare forma e sostanza ai valori della democrazia. L’esclusione delle persone dall’azione politica veniva praticata prima che fosse raggiunta la democrazia compita, ed ora si ripropone in nuove forme, anche attraverso la mancata applicazione di un regolamento da parte di chi ha l’obbligo, in primis, di rispettare.

Vorrei concludere aprendo una parentesi sulla politica latianese, che è sempre più un navigare a vista tra interessi personali di politici-imprenditori e di imprenditori-politici, e di una coorte di lacchè (termine eufemistico) contenta di barattare i voti “posseduti” con la migliore offerta, in termini di vantaggi personali. Del resto nonostante la presenza sul territorio di due parlamentari, di un consigliere provinciale non vi è un disegno programmatico che possa far recuperare alla città elementi basilari di vivibilità, e ai cittadini la centralità nell’azione politica.

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